GILGAMESH (Texto original)
Opera lirica in due atti |
Prologo |
Nell'antica città di Uruk, in epoche perdute della memoria, regnò Gilgamesh: colui che tutto intravide. L'eroe a cui i misteri furono manifesti. Estraete la tavoletta di lapislazzuli e leggetela, la storia di quest'uomo che patì sofferenze di ogni genere. Cercò la vita eterna, raggiunse Utnapishtim 'il Lontano, e la completa saggezza. Per due terzi divino e per un terzo mortale, come sole possente, invincibile, regnava in Uruk, città dalle mura ben salde, e soverchiava tiranno i suoi sudditi contrariando gli dei. E gli dei convennero di dargli un avversario, pari in forza e bellezza: in terra precipitarono una stilla di firmamento... ed ecco sorgere Enkidu, figlio del silenzio, saetta di Ninurta, delle umane cose ignaro. Enkudu, reso umano dall'abbraccio di donna (una sacerdotessa del tempio di Ishtar), verso Uruk si avvia a sfidare Gilgamesh che ne divina nel sogno le mosse e gli intenti. L'incontro è scontro d'astri tremendo, e tremano le mura e sussultano i telai delle porte allo schianto dei corpi avvinghiati alla lotta. Soggiace infine Enkidu, e Gilgamesh vittorioso l'abbraccio gli tende, suggello d'eterna amicizia. Terribile prova ora attende i due amici: nella remota foresta labirinto trapunto di cedri, ove il viaggio si fa passo di danza, sta Khumbaba potenza del male, terrore di umani. |
"Trema la terra e freme ignara della sorte del combattimento... e buio e luce insieme" Angelo Arioli |
1 - Ouverture 2 - Pianoforte 3 - Il Re di Uruk 4 - Balletto 5 - Era Felice 6 - Enkidu Muore 7 - Romanza 8 - Primo Viaggio 9 - Secondo Viaggio 10 - Terzo Viaggio 11 - Quarto Viaggio 12 - Siduri 13 - Acque Letali 14 - Il Diluvio 15 - Liberai una Colomba 16 - Danza a Corte 17 - Danza a Corte 18 - Morte di Gilgamesh 19 - Pater Noster 20 - Sette Sufi 21 - Solo 22 - Preparazione alla Danza 23 - Danza Sacra 24 - Exultet |
I ATTO |
Utnapishtim e moglie di Utnapishtim Il re di Uruk sfida le forze oscure della foresta al fianco di Enkidu. Popolo di Uruk Trema la terra e freme ignara della sorte del combattimento e buio e luce insieme. Gilgamesh! Enkidu! Khumbaba! Utnapishtim, moglie di Utnapishtim e popolo di Uruk Era felice Gilgamesh in quella vita, in quel tempo, che a contemplarlo lo si fermava. Popolo Enkidu muore; chiamate Gilgamesh! Voce recitante Quando apparvero le prime luci dell'alba, Gilgamesh mandò un grido che si sparse su tutta la terra. Disperato disse: "Ti farò riposare su un letto Preparato con amorevole cura; i principi della terra ti baceranno i piedi; e io stesso trascurerò il mio aspetto e vagherò in aperta campagna. La tristezza è entrata nel più profondo del mio essere e, solo adesso, scopro di avere paura della Morte!" Moglie di Utnapishtim Gilgamesh, lascia il tuo corpo immobile, viaggerai sul suono in cerca di Utnapishtim,l'uomo immortale. Siduri Forse quest'uomo è un assassino; come osa entrare nel giardino degli dei? (nel frattempo Gilgamesh si avvicina) Gilgamesh!... sei irriconoscibile. Come sono smunte le tue gote; come è infelice il tuo cuore!... Esausto e pieno di dolore il tuo aspetto. Il fato dei mortali che ha raggiunto Enkidu (l'amico amato e pianto per sei giorni e sette notti), non riesci a capire. La tua meta: incontrare Utnapishtim (l'unico uomo che ha conquistato l'eternità), è ardua, difficile. Nessuno da tempo immemorabile è riuscito ad attraversare 'le acque letali', (Pausa) Ti voglio aiutare. Giù c'è Urshanabi 'il barcaiolo di Utnapishtim'. Che gli altri dei ti proteggano. (Gilgamesh va via e Siduri con tutto il giardino esce di quinta): Cambiategli la veste e pulitelo... in queste condizioni non riuscirebbe mai ad entrare nel 'Regno del Lontano. Popolo Gloria Aeter… dona eis requiem Utnapishtim Lascia che ti riveli una cosa ben custodita, quando gli dei in consiglio decisero il diluvio. Moglie di Utnapishtim C'era Anu, padre loro, Enlil il guerriero, Ninurta, Ennugi e il lungimirante Ea. |
Utnapishtim Ea mi disse: costruirai una barca; larghezza e lunghezza saranno in armonia. Coprila di un tetto come l'Apsu (l'abisso), dividila in sette, caricala di amici e di parenti, di animali, di artigiani. Due terzi dovranno emergere dall'acqua... Popolo Alleluja Pater Noster Utnapishtim (Voce recitante) La tempesta era terribile a vedersi . Gli stessi dei, pentiti, ebbero paura di quel furioso diluvio; e si accucciarono come cani. Per sei giorni e sei nottisoffiò il vento. L'inondazione sommerse la terra. Il settimo giorno il diluvio cessò. Guardai il tempo. Regnava il silenzio. Mi chinai e piansi. Donne Liberai una colomba, ma ritornò indietro. Uomini Utnapishtim disse: e ancora un corvo Donne Misi fuori la rondine: non tornò. Uomini Misi fuori la rondine e non tornò. Popolo Gilgamesh! Gilgamesh! Guardate il nostro re. E' morto o dorme? |
II ATTO |
Estate 1240 in Sicilia. Incontro di sette sufi. Barítono Pater Barítono y mezzosoprano noster Barítono qui es in caelis: sanctificétur nomen tuum Pater noster, qui es in caelis: sanctificétur nomen tuum. Mezzosoprano advèniat regnum tuum; fiat volùntas tua, sicut in caelo et in Mezzosoprano y barítono terra Coro Panem nostrum substantialem da nobis hòdie Mezzosoprano et dimìtte nobis dèbita nostra, sicut et nos dimìttimus debitòribus nostris; et ne Coro nos indùcas in tentationem; Barítono sed libera nos a malo. Tutti Amen. |
Il maestro "A giudicare dall'apparenza, il ramo è l'origine del frutto; ma in realtà, il ram è venuto all'esistenza in vista del frutto. Se non ci fossero stati un desiderio e una speranza per il frutto, come avrebbe potuto il giardiniere piantare la radice dell'albero? Ecco perchè in realtà dal frutto è nato l'albero." Rumî Vi ascolto. Un uomo Durante un mio viaggio alla ricerca del miracoloso, capitai in una zona del nord Africa, dove existe il monastero senza porte dalle mura alte come l'antica Uruk. Per entrarvi, bisogna attendere che qualcuno decida di calare giù una corda con appesa una cesta; cosa che potrebbe non accadere. Aspettai invano per due giorni, ma la notte successiva mi apparve in sogno un essere trasparente, una pura vibrazione di luce. "Quando avrai trasceso la condizione dell'uomo, mi disse, sarai condotto in una terra dolcissima che non si può nè immaginare nè rappresentare: la sua natura è di espandere l'anima nella gioia. E in questo firmamento ciò che è giovane non diventa vecchio, ciò che è nuovo non diventa antico; non si corrompe cosa alcuna nè si guasta; nulla muore; nessuna persona desta si addormenta, poichè il sonno è fatto per il riposo e per scacciare il dolore...e in questo luogo non ci sono nè sofferenze nè dispiacere" Rumî. Una donna "Io fui già un tempo giovane e ragazza ed anche pianta ed uccello e muto pesce che salta fuori dal mare." Empedocle A Murcia, dove ho abitato per sette anni, ebbi come maestro Ibn Arabi, a Lui pace e gloria. "Il mondo è fatto di sostanze grossolane e di sostanze sottili. E fa da velo a se stesso , di modo che non può vedere Iddio proprio perchè si vede. Dio resta sempre sconosciuto, così all'intuizione come alla contemplazione, poichè l'effimero non ha presa sull'eterno". Ibn Arabi "Non è possibile avvicinare la divinità sì che abbia accesso ai nostri occhi. Non è corredata di umana testa sulle membra, nè di piedi, nè di agili ginocchia, nè di vergogne pelose, ma è Intelletto sacro ed ineffabile, che coi rapidi pensieri per l'Universo intero si squaderna." Empedocle Il maestro Giusto. Un altro uomo Negli ultimi tempi, mi sono dedicato con assiduità all'esercizio che Lei ci assegnò l'estate scorsa. Ho preparato un pezzo che ho chiamato, parafrasando il libro di Abul Qasim, |
"Luci sulla scienza dei suoni e sui percorsi interni della voce." Ho delimitato la ricerca alla sola zona del sentimento, sperimentando che il punto che colpisco con una nota all'interno, risuona esattamente nello stesso punto all'esterno di chi ascolta. |
Uno straniero Io credo di vedere, di giorno, le microscopiche particelle che compongono l'aria. Il maestro E la notte? Coro Deo nostro. Vere dignum et ilustrum est, Invisìbilem Deum Patrem Omnipotèntem, Filiùmque eius unigénitum, Dòminum nostrum Iesum Christum, Barítono toto cordis ac mentis afféctu, et vocis ministerio personàre. Coro Qui pro nobis. Voce Exùltet iam angélica turba caelòrum: exúltent divina mystéria: et pro tanti Regis victoria, tuba insonet salutàris. Gàudeat et tellus tantis irradiáta fulgòribus: totìus orbis se séntiat amisìsse calìginem. Mezzosoprano, barítono e voce Sursum corda. Habemus ad Dominum. Mezzosoprano Laetétur et mater Ecclésia, tanti lùminis adornàta fulgòribus: et magnis populòrum vòcibus haec aula resùltet. Voce Quapropter astàntes vos, fratres carìssimi, ad tam miram huius sancti lùminis clarìtàtem, una mecum, quaeso, Dei omnipoténtis. Mezzosoprano y barítono Misericòrdiam invocàte. Coro Vobìscum et cum spìritu tuo. Mezzosoprano y barítono Haec nox est, in qua primum patres nostros, filios Israël edùctos de Aegypto. Coro Oramus ergo te, Domine, oramus. Voce toto cordis ac mentis afféctu, et vocis ministerio personàre. Coro Qui pro nobis. Tutti Exùltet iam angélica turba caelòrum: exúltent divina mystéria: et pro tanti Regis victoria, tuba insonet salutàris. Gàudeat et tellus tantis irradiáta fulgòribus : totìus orbis se séntiat amisìsse calìginem. |